L’opinione opaca sulle migrazioni

Nella prima metà del secolo appena trascorso è stato sempre dallo scarto esistente fra ciò che veniva ‘percepito’ e ciò che accadeva nella ‘realtà’, che spesso si sono create le premesse per situazioni politicamente e socialmente deflagranti. A partire dalla seconda decade di questo nostro secolo, sembra che su alcune dimensioni ‘chiave’ – quali l’immigrazione e l’ordine pubblico – lo iato fra ciò che è e ciò che sentiamo, pare ampliarsi.  

Possiamo interrogarci su quali vettori favoriscano questo crescente scarto – mezzi di comunicazione, social network, una globalizzazione senza contrappesi, soggetti politici interessati – ognuno fornirà la sua risposta, ciò che conta tuttavia è l’esito: un progressivo fenomeno di opacizzazione della realtà.

In occasione dell’uscita del libro “Dall’Africa all’Europa: la sfida delle migrazioni”, primo numero dell’Annuario Europeo, una nuova iniziativa editoriale frutto della collaborazione tra il CeSPI e Donzelli editore, abbiamo realizzato uno studio da cui emerge con nettezza questo scostamento tra realtà e opinione:

  • gli italiani stimano che nel biennio appena trascorso la quota media di migranti ‘sbarcati’ in Italia sfiori il mezzo milione; nella realtà è di 140.516 persone,

  • più in generale prevale la netta convinzione che gli immigrati in Italia nella stragrande maggioranza dei casi (oltre il 70%) provenga dall’Africa; la realtà è piuttosto differente,
  • il percepito inoltre assegna agli immigrati un profilo quasi esclusivamente maschile, nella fascia dei ventenni e con un livello scolare nettamente inferiore a quello degli italiani; anche su questo la percezione si discosta dai fatti,

  • c’è poi una lieve contraddizione ‘interna’ che forse una miglior dieta mediatica potrebbe lenire: chi osserva che i migranti fuggono principalmente da condizioni economiche pessime, è pronto ad ammettere – più o meno nelle stesse proporzioni – che essi fuggono anche da guerre e dittature.

Infine – e il dato è probabilmente la spia di un’ulteriore distorsione percettiva – oltre la metà dei rispondenti concederebbe la cittadinanza a chi ‘vive in Italia da almeno 5/10 anni’; a chi ‘è nato in Italia da genitori stranieri’ (il 36%); a chi ‘ha un contratto di lavoro o un’attività lavorativa in proprio’(49%). Parlavamo di ‘distorsione percettiva’ e questi dati la confermano: è molto probabile infatti che la maggioranza degli italiani tenda, nel percepito, a ridurre di molto gli anni trascorsi dagli immigrati stabili, nel nostro paese.

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Dati tratti dall’indagine “L’opinione opaca: gli italiani e la percezione del fenomeno delle migrazioni” – Dicembre 2018

Campione di 1.000 italiani maggiorenni