Carne sintetica: il futuro è qui?

 

Produrre carne coltivando cellule muscolari animali è possibile già dagli anni Settanta nei laboratori di ricerca in bioteconlogie e ingegneria dei tessuti; nel 2013 alcuni giornalisti l’hanno assaggiata durante la prima dimostrazione pubblica e dal 2020, negli Usa, anche i comuni cittadini potranno acquistarla e consumarla.

La carne “sintetica” da una parte sembra accendere grandi speranze, perché promette produzioni in grande quantità con impatto ambientale inferiore a quello degli allevamenti industriali intensivi: un processo relativamente naturale e semplice che potrebbe contribuire alla lotta alla fame e, nello stesso tempo, alla conservazione delle risorse naturali. Dall’altra, però, solleva anche molti dubbi e preoccupazioni, di carattere salutistico ed etico.

Attualmente, in Italia, le preoccupazioni sono nettamente prevalenti: solo il 13% dei consumatori ha, infatti, un atteggiamento positivo nei confronti di un possibile ingresso sul mercato di questo prodotto, la maggioranza (il 75%) sembra esprimere un giudizio netto di rifiuto e condanna.

 

Questo dato sembra suggerire che, al di là degli aspetti commerciali e normativi, il cibo “fatto” in laboratorio avrà molte difficoltà ad entrare a far parte della cultura gastronomica del nostro Paese.

 

Dati tratti dall’Osservatorio Agro-alimentare Ixè 2018

Campione di 1.000 italiani maggiorenni